Sempre più persone praticano sport, sia a livello agonistico che dilettantistico, proprio per questo i traumi sono in continuo aumento.

Quelli del ginocchio sono i principali. 

Il ginocchio, inutile dirlo, è un’articolazione molto cara agli sportivi che praticano attività ad alto impatto articolare come i calciatori, i rugbisti, i maratoneti; ma anche gli sciatori o chi gioca a basket; è infatti uno dei distretti che rischia maggiormente un infortunio.

I traumi causati dallo sport al ginocchio possono essere:

Lesione e rottura del menisco

Rottura dei legamenti crociati

Vediamo la lesione  o rottura del menisco

La rottura del menisco è uno degli infortuni più frequenti fra gli sportivi. Spesso è necessario intervenire chirurgicamente, ma ci sono situazioni in cui operare non è necessario, come quando l’usura delle articolazioni è dovuta all’invecchiamento. Dopo un’operazione è indispensabile un periodo di riabilitazione prima di poter riprendere l’attività fisica e le tempistiche dipendono sia dalla gravità della lesione sia dal tipo di intervento a cui si è sottoposti.

Ma vediamo come avviene, come si riconosce e come si interviene dopo la rottura.

Il menisco è una struttura fibrocartilaginea, esistono due menischi, quello interno chiamato mediale e quello esterno, chiamato laterale; si trovano entrambi tra il femore e la tibia, quindi tra l’osso della coscia e quello della gamba. I due menischi funzionano come cuscinetti, ammortizzano e attutiscono i carichi del ginocchio e lo mantengono stabile.

Le lesioni traumatiche del menisco sono frequenti, provocate da traumi acuti.

 

Come ci si accorgere di aver subito un trauma al menisco?

I sintomi della rottura del menisco sono:

  • dolore interno o esterno al ginocchio, a seconda che il menisco coinvolto sia il mediale o il laterale;
  • gonfiore dovuto al versamento di liquido all’interno della cavità articolare;
  • sensazione di instabilità e cedimento;
  • sensazione di avere un corpo estraneo nel ginocchio;
  • dolore nella posizione accovacciata;
  • blocco articolare che impedisce di stendere il ginocchio, dovuto al fatto che i frammenti del menisco si incastrano nelle strutture dell’articolazione e non ne permettono la normale meccanica.

In ogni caso sarà l’ortopedico, dopo una visita, a fornire una diagnosi definitiva e a decidere se è necessario un intervento chirurgico.

Come si esegue la diagnosi?

L’ortopedico durante la visita raccoglie tutte le informazioni dal paziente relative ai sintomi e all’inizio del disturbo.

Poi eseguirà una visita che, grazie a determinate manovre spermetterà di dare una diagnosi di sospetta rottura meniscale.  Se il sospetto clinico è forte e se lo ritiene,  potrà chiedere gli esami specifici.

L’esame corretto per vedere il menisco, la sua lesione, i legamenti e la cartilagine di rivestimento della articolazione, è la Risonanza Magnetica.

A questa si possono aggiungere  radiografie del ginocchio sotto carico, per completare le informazioni utili a definire la terapia.

Attività fisica con il menisco rotto

Un menisco lesionato non richiede sempre un intervento e soprattutto non sempre impone il blocco totale dell’attività fisica.

Ci sono circostanze in cui si può svolgere attività fisica e sportiva nonostante una lesione del menisco, soprattutto se il danno non è troppo grave e il ginocchio mantiene la propria stabilità, senza segni di blocco articolare.

In questo caso sono utili esercizi mirati per il potenziamento della muscolatura delle gambe (cyclette, bici, in acqua).

 

Come si tratta una lesione del menisco causata da un trauma?

Come detto sopra, molto spesso una lesione traumatica del menisco va operata, l’intervento viene effettuato in artroscopia.

L’artroscopia è una tecnica poco invasiva e permette di asportare o suturare solamente la parte del menisco lesionata, praticando piccoli fori. Questa tecnica rende il recupero post operatorio più rapido e meno traumatico.

Tempi di recupero

Dopo l’intervento l’articolazione deve rimanere a completo riposo per almeno 48-72 ore, poi, dopo circa 10 giorni, verranno rimossi i punti.  A questo punto si potrà tornare a camminare, prima con l’utilizzo delle stampelle e poi, grazie alla fisioterapia, in modo autonomo. Tendenzialmente se il menisco è stato suturato la riabilitazione dura dai 4 ai 6 mesi, si parla di tempi un po’ più brevi se la parte del menisco lesionata viene rimossa.

Le lesioni del menisco sono spesso associate alla rottura dei legamenti.

Rottura dei legamenti del crociato

 I legamenti sono le strutture che collegano le ossa e garantiscono la mobilità e la stabilità dell’articolazione, sono molto resistenti ma poco elastiche, ecco perché si danneggiano strappano e rompono, se sottoposte a sollecitazione, come accade quando si fa sport.

All’interno dell’articolazione del ginocchio ci sono i legamenti crociati, anteriore e posteriore. Durante lo sport il legamento crociato anteriore, è quello che più spesso si lesiona per ragioni di posizione nel ginocchio e di funzione di stabilizzatore che viene sollecitato nei movimenti torsionali.

I sintomi della rottura sono: instabilità dell’articolazione, dolore, gonfiore ed ecchimosi.

Difficilmente una rottura completa del LCA guarisce spontaneamente, se si ha una separazione netta e i capi della lesione si allontanano l’uno dall’altro è sempre consigliato un approccio chirurgico.

Le lesioni del legamento crociato anteriore possono essere trattate anche con misure conservative (non chirurgiche), che consistono in un programma di riabilitazione con esercizi per migliorare la forza e l’equilibrio.

Ci sono vantaggi e svantaggi sia per il trattamento chirurgico che per quello conservativo. Sarà l’ortopedico, che conosce il paziente e le sue necessità a decidere quale strada sia meglio percorrere.

 

Il trattamento chirurgico

La ricostruzione del LCA, ovvero nella rimozione del legamento lacerato e nella sua sostituzione con un innesto di tendine, che viene spesso prelevato da una parte diversa (tendine rotuleo, semimembranoso e gracile) del ginocchio del paziente, oppure da prelievo eterologo o da innesto sintetico.

L’intervento, eseguito  anche in questo caso in artroscopia, viene effettuato solitamente quando è passata la fase acuta. Dura un’ora e richiede poi una riabilitazione specifica per recuperare la flessione dell’articolazione e rafforzare la capacità muscolare.